Retinopatia del prematuro (ROP): cos’è e perché è importante riconoscerla

Retinopatia del prematuro (ROP): cos’è e perché è importante riconoscerla

Retinopatia del prematuro (ROP)

La retinopatia del prematuro (ROP) è una malattia che colpisce la retina dei neonati prematuri, cioè nati molto prima del termine e con basso peso alla nascita. La retina non è ancora completamente sviluppata e può reagire in modo anomalo a diversi fattori, portando nei casi gravi fino alla cecità.


Perché si sviluppa la ROP?
Nei neonati prematuri, la retina è immatura e non completamente vascolarizzata (cioè mancano ancora dei vasi sanguigni). Questa condizione, unita a vari fattori di rischio, può provocare la crescita anomala dei vasi sanguigni, che danneggia la retina.
I principali fattori di rischio includono:

  • Uso prolungato di ossigeno
  • Apnee, sepsi, trasfusioni
  • Esposizione a luci forti in terapia intensiva
  • Immaturità del sistema antiossidante del neonato


Chi è più a rischio?
I neonati vengono suddivisi in tre categorie:

  • Alto rischio: peso <1250 g o età gestazionale <30 settimane → controlli frequenti e ravvicinati
  • Medio rischio: peso 1250–1500 g → controllo alla 4° settimana e alla dimissione
  • Basso rischio: peso >1500 g → un solo controllo alla dimissione


Come si diagnostica?
L’esame della retina nei prematuri è delicato ma fondamentale. Si effettua con:

  • Farmaci midriatici (colliri per dilatare bene la pupilla)
  • Oftalmoscopio indiretto per osservare l’intera retina
  • Blefarostato per tenere l’occhio aperto
  • Assistenza di personale esperto in neonatologia e oftalmologia

 

Come si classifica la ROP?
La classificazione internazionale della ROP aiuta a definire dove e quanto è estesa la malattia. Si usano:

  • Zone (da I a III, dalla più centrale alla più periferica della retina)
  • Stadi (da I a V, dalla forma lieve al distacco totale della retina)

Il termine “plus disease” indica forme gravi ed evolutive molto rapide, che richiedono intervento urgente.

 

Come si cura?
Quando la ROP è grave (soprattutto allo stadio III o superiore), si interviene per fermare la crescita anomala dei vasi:

  • Laserterapia: brucia delicatamente l’area malata; è precisa e poco dolorosa
  • Crioterapia: usa il freddo; utile quando la visibilità è scarsa
  • Iniezioni intraoculari: utilizzando farmaci anti VEGF che bloccano l'azione del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), una proteina che promuove la crescita di nuovi vasi sanguigni.


E dopo il trattamento?

Anche se non serve un intervento, i bambini con ROP devono essere seguiti nel tempo per controllare:

  • Vista (miopia, ambliopia, strabismo)
  • Sviluppo neurologico (possibili problemi alle vie ottiche)
  • Refrazione (visite oculistiche periodiche fino all’età scolare)

 

Perché è importante agire in fretta?
La fase acuta della malattia, tra la 30° e 45° settimana post-concepimento, è il momento decisivo. Intervenire tardi significa spesso non poter più recuperare la vista.
Oggi, grazie ai progressi della medicina neonatale, più bambini prematuri sopravvivono, ma sono proprio quelli più piccoli (<1000 g) a essere più esposti al rischio di ROP grave.

 

In sintesi

  • La ROP è una malattia seria, ma si può prevenire la cecità con diagnosi precoce e trattamenti mirati.
  • Serve collaborazione stretta tra neonatologi e oculisti.
  • Il follow-up a lungo termine è fondamentale.

Per maggiori approfondimenti sulla ROP clicca qui.

Studio

Negli anni il Dott. Salvatore Capobianco è diventato l'oculista di riferimento per centinaia di famiglie in cerca di uno specialista oftalmologo pediatrico, oggi visita pazienti provenienti da tutta la Campania (Napoli, Caserta, Salerno, Avellino e rispettive province).