I difetti di refrazione in età pediatrica: comprensione, diagnosi e trattamento
Introduzione
I difetti di refrazione rappresentano una delle principali problematiche visive riscontrate durante l’infanzia. L’occhio del bambino è in continuo sviluppo, e affinché la visione si strutturi correttamente è fondamentale che i raggi luminosi si concentrino in maniera precisa sulla retina. Quando ciò non avviene, si parla di errore refrattivo: un’alterazione ottica che può compromettere in modo anche permanente l’acuità visiva e l’integrazione sensoriale.
Miopia, ipermetropia, astigmatismo e anisometropia sono le quattro condizioni refrattive più frequenti in ambito pediatrico. Se trascurate, possono interferire con lo sviluppo della visione binoculare, causare ambliopia (il cosiddetto “occhio pigro”), favorire l’insorgenza di strabismo e condizionare negativamente l’apprendimento scolastico e la qualità della vita.
Lo sviluppo della refrazione nell'infanzia
Alla nascita, l’occhio umano è fisiologicamente ipermetrope, ovvero tende a mettere a fuoco le immagini leggermente oltre la retina. Questa condizione, assolutamente normale nei neonati, tende a correggersi spontaneamente con la crescita attraverso un processo chiamato emmetropizzazione. Durante i primi anni di vita, l’occhio si allunga e la cornea si modella, portando idealmente il bambino verso una condizione di equilibrio ottico, detta emmetropia.
Tuttavia, in alcuni casi, questo processo non avviene correttamente o si arresta precocemente, determinando un errore refrattivo persistente. Le cause possono essere sia genetiche sia ambientali, e la diagnosi precoce gioca un ruolo fondamentale per garantire un adeguato sviluppo visivo.
Miopia: vedere bene da vicino, male da lontano

La miopia è caratterizzata dalla difficoltà nel mettere a fuoco gli oggetti lontani. Questo avviene perché l’occhio è troppo lungo oppure perché le sue lenti naturali (cornea e cristallino) sono troppo potenti, portando l’immagine a formarsi davanti alla retina.
Nei bambini, la miopia può manifestarsi già in età prescolare, ma è più comune tra i 6 e i 12 anni, una fase in cui l’attività scolastica e il tempo trascorso davanti agli schermi aumentano notevolmente. Fattori come la familiarità (presenza di genitori miopi), l'eccessiva attività da vicino e la scarsa esposizione alla luce naturale sembrano giocare un ruolo importante nello sviluppo e nella progressione della miopia.
Dal punto di vista clinico, il bambino affetto da miopia può strizzare gli occhi per vedere meglio, avvicinarsi troppo ai libri o allo schermo e lamentare affaticamento visivo. La diagnosi si basa su una visita oculistica accurata, comprensiva di una rifrazione in cicloplegia (con gocce che rilassano la muscolatura dell’occhio) per misurare correttamente il difetto.
Il trattamento consiste nella prescrizione di occhiali correttivi o, in casi selezionati, lenti a contatto. Negli ultimi anni sono emerse diverse strategie per rallentare la progressione della miopia, come l’uso di atropina a bassa dose, lenti oftalmiche defocalizzanti e ortocheratologia.
Ipermetropia: l'occhio "corto" del bambino

L’ipermetropia è il difetto opposto alla miopia: l’occhio è troppo corto oppure ha una potenza refrattiva insufficiente, per cui le immagini tendono a formarsi oltre la retina. Nei neonati, un certo grado di ipermetropia è fisiologico e tende a correggersi spontaneamente. Tuttavia, quando il difetto è elevato o permane nel tempo, può creare disturbi importanti.
Un bambino ipermetrope può non lamentare alcun sintomo iniziale, perché riesce a compensare il difetto attraverso un’intensa attività accomodativa. Con il tempo, però, questa "super-attività" visiva può causare cefalea, affaticamento, difficoltà nella concentrazione e, nei casi più marcati, strabismo convergente (esotropia accomodativa).
La diagnosi, anche in questo caso, richiede una rifrazione in cicloplegia. Il trattamento si basa sulla correzione ottica, che può essere parziale o totale a seconda dell’età e della sintomatologia. Nei bambini piccoli, la correzione precoce può prevenire l’insorgenza di strabismo e ambliopia.
Astigmatismo: quando la curvatura non è regolare

L’astigmatismo è causato da una curvatura irregolare della cornea (o, meno frequentemente, del cristallino), che provoca una distorsione delle immagini: i raggi luminosi non convergono in un unico punto, ma si distribuiscono in più fuochi sulla retina.

I bambini con astigmatismo possono vedere sfocato sia da vicino che da lontano, spesso senza rendersi conto del problema. Possono manifestare bruciore oculare, mal di testa o una difficoltà persistente nella lettura e nella scrittura.

La correzione si effettua con lenti cilindriche specifiche per il tipo di astigmatismo rilevato. In alcuni casi si possono utilizzare lenti a contatto toriche. È importante correggere l’astigmatismo fin dalle prime fasi della vita, poiché può interferire con il normale sviluppo visivo e portare a un quadro di ambliopia astigmatica.
Anisometropia: quando gli occhi vedono in modo diverso
L’anisometropia si verifica quando esiste una differenza significativa di refrazione tra i due occhi. Può derivare da qualsiasi combinazione di miopia, ipermetropia o astigmatismo, purché asimmetrica.
Il problema principale dell’anisometropia è che il cervello tende a privilegiare l’immagine più nitida, ignorando quella sfocata. Questo meccanismo, se protratto nel tempo, può portare a un’ambliopia anisometropica. Nei bambini piccoli, spesso il difetto passa inosservato, poiché non comporta alcuna sintomatologia evidente se non un progressivo squilibrio della visione binoculare.
La diagnosi precoce è essenziale, poiché la correzione ottica tempestiva può prevenire danni permanenti. Nei casi lievi è sufficiente l’uso di occhiali; nei casi più gravi, dove la differenza tra i due occhi è marcata, si preferiscono le lenti a contatto per ridurre le distorsioni visive (aniseiconia). In presenza di ambliopia, si affianca la terapia occlusiva, cioè il bendaggio dell’occhio dominante per stimolare quello “pigro”.
Screening e prevenzione: quando visitare i bambini
Una visita oculistica precoce è il primo passo per tutelare la salute visiva del bambino. Il test del riflesso rosso neonatale permette di individuare grossolane alterazioni oculari alla nascita. Tuttavia, i difetti di refrazione diventano più evidenti nei mesi successivi.
Le linee guida consigliano una prima valutazione ortottica entro i 3 anni, con controlli successivi in base all’età, alla familiarità per patologie visive e alla presenza di eventuali segnali d’allarme (strabismo, scarso interesse per gli stimoli visivi, difficoltà scolastiche).
Conclusione
I difetti di refrazione in età pediatrica costituiscono una realtà clinica frequente e spesso sottovalutata. La loro identificazione precoce, la corretta correzione ottica e il trattamento di eventuali complicanze (come l’ambliopia) sono fondamentali per garantire al bambino un adeguato sviluppo della vista. Un approccio integrato, che coinvolga oftalmologi pediatrici, ortottisti e pediatri, è essenziale per prendersi cura in modo completo della salute visiva dei più piccoli.